La mostra “Oche, civette e dadi”

Venerdì 20 dicembre alle 17.30 si inaugura la mostra Oche, civette e dadi. La Collezione dei giochi da tavolo della Biblioteca Classense, visitabile fino al 02 febbraio 2020. L’esposizione presenta al pubblico una scelta di pezzi dalla Collezione dei Giochi classensi e, allo stesso tempo, offre uno spunto di riflessione sui cambiamenti intercorsi in tre secoli di storia del gioco da tavolo.

Nel suggestivo Corridoio Grande della Biblioteca sarà possibile ammirare alcuni degli oltre trecento esemplari di gioco conservati in Classense e i volumi e i materiali che relativi per un totale di circa sessanta documenti.

Come i libri, anche i giochi sono parte fondante della cultura e della civiltà dell’uomo e riconosciuti giustamente come formativi, e non solo durante l’infanzia: per questo non è singolare che una biblioteca come la Classense, prestigioso contenitore di un patrimonio eccellente di volumi, sia anche un’istituzione preposta alla conservazione dei giochi.

La nascita della collezione e il suo accrescimento nel corso degli anni si devono alla sensibilità dei direttori Donatino Domini, Claudia Giuliani e Maurizio Tarantino.

L’allestimento si compone soprattutto di giochi di percorso sul genere del Gioco dell’Oca ma è ricca la presenza di giochi di dadi e ad estrazione.
La maggioranza di essi è stampata in Italia ma si potranno vedere preziosi esemplari olandesi, fiamminghi, spagnoli, tedeschi e francesi dal Seicento ai giorni nostri, con pezzi a tema letterario, pubblicitari, di viaggio, legati alle raffigurazioni carnevalesche o di animali.

Saranno esposti anche alcuni pregevoli giochi incisi alla fine del Seicento dall’artista bolognese Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), pittore e incisore formatosi a bottega presso i principali pittori del suo tempo (Guercino, Albani, Cantarini e Torri) e autore di una fiorente produzione di immagini di tema popolare e di giochi da tavola dal gusto sovente satireggiante. Tra questi – ed è la prima sorpresa offerta al pubblico – il Gioco della Cucagna che mai si perde, e sempre si guadagna (1691).

Uno dei fogli più antichi in mostra è un Gioco dell’oca tedesco datato agli anni Ottanta del Seicento, mentre tra i più recenti si annovera un’opera creata da Jacovitti negli anni Ottanta del Novecento: con pezzi che si collocano in un arco temporale di ben trecento anni, grazie a questa esposizione il visitatore potrà divertirsi a scoprire affinità e differenze tra la sensibilità odierna e quella di chi visse (e giocò) nel cosiddetto “Secolo di Ferro”.

La Classense produrrà per l’occasione un gioco in edizione speciale di soli 100 esemplari che verrà presentato e posto in vendita durante la mostra. La plancia riprodurrà in un verso l’antico Gioco della Cucagna del 1691 e nell’altro Il gioco del si può, realizzato dal funambolico Jacovitti nel 1980 e quantomai attuale perché promuoveva la riduzione dei consumi elettrici: insomma, un tuffo nell’antico e insieme una lezione valida anche oggi, appresa con un po’ di sano divertimento.
Oltre al gioco – un’edizione limitata in vendita a 15 euro – sarà disponibile un catalogo di 64 pagine al prezzo speciale di 5 euro.

La mostra: Oche, civette e dadi. La Collezione dei giochi da tavolo della Biblioteca Classense è a Ravenna, presso la Biblioteca Classense, Corridoio Grande, dal 20 dicembre 2019 al 2 febbraio 2020
Orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 19, domenica e lunedì dalle 14 alle 19. Chiuso i festivi (25, 26 e 31 dicembre, 1 e 6 gennaio), 24 e 31 dicembre chiusura alle 14.
Ingresso libero

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