Lifelong playing: il gioco per tutta la vita
MOSTRA FOTOGRAFICA SUL GIOCO
A cura delle Associazioni:
– LUnGi, Libera Università del Gioco,
– Metamuseo girovago
– e Tank Sviluppo Immagine
DISPONIBILE PER ESSERE PRESTATA/AFFITTATA
I fotografi Tank, da tutta la Romagna, hanno prodotto ben 230 immagini che affidate ad una commissione selezionatrice sono giunte ad una sintesi eloquente. Oggi sono esposti 35 scatti per rappresentare un tema emergente, intrigante, insidioso.
NOI SIAMO I NOSTRI GIOCHI
L’idea comune che si ha del gioco è che si tratti di un’attività infantile che, col crescere dell’età, si «degrada», perde importanza. Oppure la acquista quando assume i connotati dei «giochi pericolosi» o della ludopatia, cioè di quelle forme di gioco che costituiscono pericolo o dipendenza. L’idea che l’educazione al gioco proceda normalmente con lo sviluppo del soggetto, perché in ogni età egli possa trovare la propria dimensione ludica come parte della propria qualità della vita, questa idea non fa ancora parte della formazione. Eppure, noi siamo anche l’esito dei giochi che abbiamo fatto, come dei libri che abbiamo letto… E se è vero che si impara lungo tutto l’arco della vita (Lifelong learning) è altrettanto vero che si può giocare lungo tutto l’arco della vita (lifelong playing). Nelle sue infinite forme, il gioco produce benessere e cultura, è esso stesso cultura. La migliore didascalia, come cornice a queste foto, credo sia la frase di Friedrich Shiller: L’uomo gioca solo quando è un uomo nel pieno senso della parola, ed è completamente uomo solo quando gioca
di Roberto Farné, docente di Pedagogia del gioco e dello sport (Università di Bologna), presidente dell’associazione LUnGi (Libera Università del Gioco).
GIOCO, PER GIOCO
Lo sguardo fotografico dei soci di Tank Sviluppo Immagine ha voluto dimostrare che il gioco è un momento facile da incontrare nella realtà. Bello da guardare, bello da fare, libero e liberatorio. Ci sono anche spazi destinati al gioco, ma noi abbiamo voluto cercare l’azione soprattutto nella casualità del quotidiano. L’abbiamo cercato in tutte le età, espresso con oggetti o con semplice fisicità, per le strade affollate o in un angolo appartato, nell’espressione di una abilità o nel cimentarsi sullo sconosciuto. Ci siamo accorti che il tema era vasto, si apriva a trattazioni all’inizio sottovalutate, scopriva parti di vissuto… Siamo partiti anche noi, con le nostre fotografie, giocando. Allo scadere del tempo ci siamo fermati, come il gioco stesso richiede. Ma la sensazione è che ci sia ancora tanto da dire, da fotografare, da raccontare. Riprenderemo questo argomento. Fa parte del gioco, del resto, ma non sempre della vita: se lo vuoi davvero puoi trovare un’altra possibilità.
di Cristina Paglionico, Direttrice Fotoit – FIAF, Presidente Tank Sviluppo Immagine, Forlì
FANTARICICLANDO
Le occasioni ludiche al «Metamuseo girovago» favoriscono la relazione fuori dai soliti schemi, come in queste foto dove il gioco richiede un pizzico di follia nel condividere, con chi osserva, una pratica quasi alchemica che trasforma in personaggi luminescenti il lato puzzolente della vita quotidiana. Il rifiuto è una esperienza umana. Narrare con la materia di scarto è fantasticare sul mondo, facendo anche i conti con i sogni, con la notte dalla quale si può emergere rileggendo la realtà su un piano estetico diverso. Questo gioco di sguardi tra fotografo, scultore e favola di riferimento (ogni opera ha una sua narrazione) è una cornice in cui sensorialità, emozione, cognizione si esprimono in un contesto immaginifico che piega gli oggetti alle esigenze dell’uomo che gioca. Materia, favola e cultura ludica in queste foto rappresentano oggetti usciti dalla marginalità, disposti a suggerire nuove idee, connessioni, per inconsueti “valori d’uso”. Così al Metamuseo il gioco tra materia e metafore, allusioni e ambiguità, ci aiuta a cogliere una certa “essenza” del mondo contemporaneo
di Flavio Milandri, direttore del Metamuseo girovago, presidente dell’ Associazione Fantariciclando, Forlì
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